Non comprare vestiti per un anno è possibile?

Non comprare vestiti per un anno è possibile?

Nella giungla della rete è facile perdersi e non trovare più la via del ritorno. Offerte imperdibili, proposte allettanti, mondi paralleli luccicanti e ingannevoli. Non si sa più a chi credere, e il malumore e la reticenza serpeggiano a tal punto che si arriva a pensare che tutto sia un grande bluff. Poi piano piano, standoci su, navigando quotidianamente, si affinano gli strumenti per “discernere il bene dal male”. Insomma, ci facciamo furbi, per dirla semplice. E va a finire che qualcosa di buono in questo mare di melma si riesce pure a trovare.

Il mondo delle Challenge lo abbiamo conosciuto una decina di anni fa, con la prima, indimenticabile sfida: il secchio di acqua ghiacciata rovesciato in testa per beneficienza, una sfida a prova di infarto! E giù litri d’acqua gelida in ogni dove, per strada, in giardino, sul terrazzo, davanti ad un pubblico, con qualche “Epic fail” davvero divertente. L’importante era farlo e filmarlo, poi chissà quante donazioni sono veramente arrivate a destinazione! Da lì si è aperta una voragine: tutti a sfidarsi, in nome della tipica spavalderia internettiana che inesorabilmente si scioglie come neve al sole quando la realtà bussa alla porta e ti presenta il conto. Ma anche in questo campo le cose buone si trovano, sfide che vanno nella direzione giusta, o almeno nella direzione che piace a noi di IGL. “No buy – One year”, per esempio. Traducendo alla lettera, non è nient’altro che “Non comprare per un anno”. Cosa? Si tratta di una vera e propria sfida a non acquistare nuovi capi di abbigliamento per 365 giorni, soprattutto dalle piattaforme di fast fashion. La challenge mira a sensibilizzare i consumatori sulle tante conseguenze negative che derivano dagli acquisti presso i colossi globali. Queste sono ormai disastrose, sia in termini ambientali che per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori.

Il mercato del fast fashion non è una novità. Ha fatto il suo esordio sul mercato negli anni ’80, ma è stato con il passare dei decenni che i ritmi sono diventati sempre più frenetici: oggi, non a caso, si parla addirittura di ultra-fast fashion. Colossi dell’abbigliamento sfornano centinaia di migliaia di nuovi prodotti ogni giorno, puntando su sconti effettivamente convenientissimi che fanno leva sulle dinamiche che caratterizzano il cosiddetto shopping. Tutti vogliono tutto e subitola moda è usa e getta e sembra quasi impossibile pensare di indossare uno stesso capo due volte. Scarsa qualità e trend che si alternano senza sosta fanno il resto. Le conseguenze di questo modello di business sono disastrose e devastanti. Il mondo è costellato di discariche a cielo aperto, con rifiuti tessili che ormai è impossibile smaltire. Le emissioni di carbonio sono sempre più ingenti e i lavoratori sono sottoposti a ritmi di produzione semplicemente disumani. Non comprare vestiti nuovi equivale al dischiudersi di un’infinità di scenari come saper utilizzare e sfruttare al meglio quello che già si ha nell’armadio oppure prediligere il riuso, tra second-hand e vintage. Potrebbe sembrare un’inutile goccia nel mare, ma non è affatto vero. Così facendo, ognuno di noi riduce il proprio apporto di carbonio aiutando l’atmosfera e limitando i rifiuti che manderà in discarica. Costruirete abitudini psicologiche sane, limiterete i rifiuti che mandate in discarica e preserverete i tuoi sudati guadagni dalle aziende che non forniscono ai loro lavoratori salari dignitosi e condizioni di lavoro sicure. La challenge social #NoBuy One year punta a sensibilizzare i consumatori e a far prendere loro coscienza di tutto ciò che c’è dietro i prezzi stracciati del fast fashion.

 

Noi di IGL abbiamo sposato da tempo tutte quelle iniziative che mirano a preservare le risorse naturali del pianeta. In primis, fornendo solo energia verde 100% certificata, ma anche collaborando con marchi nazionali e internazionali con la nostra stessa visione del mondo, con aziende che condividono la nostra passione per uno stile di vita sostenibile. Quindi, non possiamo che fare il tifo per questa challenge “No buy One year”, e magari confrontarci nel 2025 per capire insieme com’è andata veramente. Buona sfida a tutti!

Termini e Condizioni